Commissione ambiente Parlamento europeo approva Rapporto economia circolare
I target di riciclaggio al 2030 innalzati al 70% per i rifiuti solidi urbani e all’80% per gli imballaggi.
Il rapporto sull’economia circolare adottato grazie all’impegno della relatrice Simona Bonafè, migliora considerevolmente la proposta del 2015 fatta dalla Commissione europea, in particolare per quanto riguarda i target di riciclaggio al 2030 innalzati al 70% per i rifiuti solidi urbani e all’80% per gli imballaggi.
Il raggiungimento di questi obiettivi, secondo la valutazione della stessa Commissione europea, consentirebbe di creare 580 mila posti di lavoro entro il 2030, con un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese europee grazie a un uso più efficiente delle risorse e quindi ad una riduzione delle importazioni di materie prime. I posti di lavoro potrebbero crescere sino a 867 mila se, all’obiettivo del 70% di riciclaggio si accompagnassero a livello europeo e nazionale anche misure ambiziose per il riuso, in particolare nell’arredamento ed il tessile.
La prevenzione dei rifiuti, la rigenerazione, la riparazione e il riciclaggio possono generare - sempre secondo la Commissione Europea - risparmi netti per le imprese europee pari all'8% del fatturato annuo, riducendo nel contempo l'emissione di gas serra del 2-4%. Opportunità che non possono essere sprecate. Attualmente in Europa si bruciano o si mettono in discarica oltre il 50% dei rifiuti prodotti, distruggendo risorse molto spesso importate a caro prezzo e penalizzando così la competitività delle imprese europee.
Legambiente nelle prossime settimane si impegnerà con forza affinché il rapporto venga approvato dalla plenaria dell’Europarlamento prevista a marzo, migliorandolo possibilmente, in particolare per quanto riguarda le deroghe previste per i paesi ritardatari.
“È indispensabile la rapida approvazione del pacchetto legislativo sull’economia circolare, ambizioso almeno quanto quello proposto oggi dalla Commissione Ambiente dell’Europarlamento - sostiene Rossella Muroni - Nel frattempo anche il nostro governo deve fare la sua parte. L’Italia, in sede di Consiglio, deve sostenere con forza una riforma ambiziosa della politica comune dei rifiuti che faccia da volano per l’economia circolare europea, senza nascondersi dietro le posizioni di retroguardia di alcuni governi che si oppongono a un accordo ambizioso con il Parlamento. Nel nostro paese sono in gioco almeno 190 mila nuovi posti di lavoro, che possono essere creati grazie allo sviluppo dell’economia circolare, al netto dei posti persi a causa del superamento dell’attuale sistema produttivo”.