Il nuovo impianto per la produzione di biometano di Reggio Emilia
Un impianto di digestione anaerobica della frazione organica con successiva raffinazione del biogas in biometano che pone Reggio Emilia all'avanguardia in tema di ricerca e innovazione riguardo a energie rinnovabili, mobilità e trasferimento tecnologico, attuando principi di economia circolare in un'ottica di rispetto dell'ambiente e di valorizzazione completa delle risorse.
Il progetto nasce su impulso del Comune di Reggio Emilia, che sviluppa strategie e programmi specifici su mobilità sostenibile e innovazione, e grazie alle competenze ed alla proficua sinergia tra Centro ricerche produzioni animali (Crpa), Iren Ambiente e Società emiliana trasporti autofiloviari (Seta). Si tratta dunque di un progetto articolato, che prevede l'ammodernamento degli autobus di Seta per il trasporto locale finalizzato all’utilizzo di un vettore energetico, il biometano, come combustibile; si basa e si avvale di un programma di ricerca e innovazione di Crpa, i cui laboratori hanno sede nel Tecnopolo di Reggio Emilia, finalizzato alla produzione di biometano; coinvolge Iren Ambiente per la progettazione, realizzazione e gestione di un impianto per il trattamento e recupero della frazione organica (Forsu) da raccolta differenziata, con produzione di biogas raffinato in biometano e compost di qualità da utilizzarsi per le coltivazioni agricole del territorio.
La presentazione del progetto, avvenuta nel Municipio di Reggio Emilia, anticipa il deposito del progetto, che sarà oggetto di un ampio confronto nei prossimi mesi. La scelta di pubblicare il progetto già in fase di deposito ha come obiettivo il dare massima conoscenza e consentire - anche con supporti digitali - la ricezione di commenti e valutazioni da parte dei cittadini.
Percorso biometano - mobilità sostenibile
La sinergia tra Seta, Iren e Crpa si sostanzia dunque nella applicazione dei principi dell’economia circolare, nella quale un materiale di recupero derivato da un processo, in questo caso la raccolta differenziata dell’organico, viene utilizzato per la digestione anaerobica e genera un vettore energetico che si inserisce in un altro processo, quello del trasporto collettivo.
Seta ha in programma un piano di rinnovo ecosostenibile della flotta degli autobus. Solo a Reggio Emilia è prevista la sostituzione di 50-60 mezzi, alimentati a metano, da acquistare entro il 2018-2020: vale a dire, più del 50% dei 90 mezzi Seta in servizio sulla rete urbana del capoluogo. Il biometano funzionerà da vettore energetico: veicolerà l’energia contenuta nella frazione organica da raccolta differenziata nei serbatoi dei mezzi di Seta, che la utilizzeranno per muoversi in forma ecosostenibile ed ad impatto nullo sull’ambiente.
Verrà realizzata da Seta una nuova Stazione di rifornimento metano presso la sede di via del Chionso, a Reggio Emilia, capace di erogare 7.000 chilogrammi di biometano al giorno e verrà stretto un accordo commerciale con Iren Ambiente per la fornitura in esclusiva di biometano ai mezzi di Seta.
Frazione organica: preziosa risorsa per il territorio
Gli sforzi che i cittadini di Reggio Emilia stanno compiendo per raccogliere l'organico con il sistema porta a porta e convogliarlo verso il riutilizzo confluiranno tutti, assieme a quelli dei cittadini di Piacenza e di Parma, verso l’impianto Iren Forsu, che costituirà una delle strutture a servizio del sistema integrato di impianti dell’Emilia occidentale.
L'impianto provvederà al trattamento e al recupero della frazione organica da raccolta differenziata con produzione di biogas e compost da utilizzare in agricoltura (ammendante compostato misto). Il biogas prodotto sarà sottoposto ad un trattamento di affinamento (upgrading) per produrre biometano per autotrazione o in subordine da immettere nella rete di distribuzione del gas naturale; una parte residuale di biogas sarà utilizzato per produrre energia elettrica per gli autoconsumi.
La produzione complessiva dell'organico da raccolta differenziata nei territori delle province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia è previsto che si attesti nei prossimi anni a circa 100.000 tonnellate l'anno (produzione pro-capite di 90 chilogrammi per abitante l'anno); la produzione complessiva della frazione verde nei territori delle province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia è previsto che si mantenga nei prossimi anni a circa 150.000 tonnellate l'anno. L’impianto è in grado di soddisfare pienamente la produzione di Forsu del territorio, mentre la frazione verde eccedente la potenzialità operativa sarà inviata presso impianti terzi.
Caratteristiche degli interventi di Iren e Seta
L’impianto di produzione del biometano sorgerà su di una superficie di circa 12 ettari (120.000 metri quadrati) in località Gavassa, in adiacenza alla carreggiata Nord dell’autostrada A1 ed alla linea dell’Alta velocità ferroviaria.
La frazione organica in ingresso raggiungerà le 100.000 tonnellate all’anno, mentre 67.000 saranno le tonnellate trattabili di frazione verde. Verranno prodotti 7.000.000 metri cubi l’anno di biometano e 53.000 tonnellate all’anno di compost.
L’investimento previsto da parte di Iren è di circa 54 milioni di euro.
Da parte di Seta, l’investimento complessivo (acquisto mezzi e realizzazione della stazione di rifornimento) ammonta a circa 11 milioni di euro. Il risparmio economico passando dal gpl al biometano è quantificabile in circa 3-4.000 euro l’anno per ogni bus.
Prestazioni ambientali
I trattamenti biologici (compostaggio e digestione anaerobica) sono finalizzati alla produzione di biogas e di compost di qualità, ed utilizzano frazioni organiche che provengono da raccolte differenziate di qualità, preferibilmente del tipo porta a porta, secondo le declinazioni e gli adattamenti specifici alle varie situazioni abitative locali. Pertanto già il materiale di partenza è altamente selezionato, con poche contaminazioni da parte di altri materiali, caratteristica questa molto importante al fine della produzione di compost di qualità.
Il compostaggio e la digestione anaerobica della Forsu avviene in ambienti confinati e adeguatamente controllati, ove viene garantito l'abbattimento delle emissioni odorigene in tutte le fasi del ciclo di lavorazione.
Nella progettazione sono state previste tecniche di aspirazione delle arie esauste e di abbattimento delle emissioni odorigene, con sistemi di biofiltrazione coadiuvati da scrubber. L'aria di processo viene immessa in quota per facilitare la dispersione delle emissioni.
L’impianto, inoltre, è stato adeguatamente dimensionato in base alle reali esigenze del territorio e rispetta le migliori tecnologie disponibili (Bat). All’interno dell'area è prevista u'alberatura con essenze autoctone, volta a schermare parte del recinto ed a fornire un polmone verde-bosco urbano; sarà previsto un percorso didattico per la visita delle scuole e dei visitatori.
Economia circolare realizzata sul territorio reggiano
In questo progetto, si realizza una vera e propria economia circolare dei materiali. Non esistono 'scarti' e i componenti biologici della frazione organica sono digeriti e poi compostati per produrre compost di qualità. L’energia chimica estratta tramite il processo di digestione viene concentrata appunto in un vettore energetico, il biogas, che viene trasformato in biometano utilizzato per l’autotrazione.
Il biometano prodotto evita 17.250 tonnellate di CO2 corrispondenti all’assorbimento di 3.450 ettari di bosco, pari ad una superficie boscata corrispondente, ad esempio, alla superficie dell’intero comune di Castelnuovo di Sotto.
La quantità di biometano prodotta nella configurazione finale potrebbe coprire il fabbisogno di gas naturale per riscaldamento di circa 4.600 famiglie, alimentare 7.600 autovetture (con percorrenza media di 15.000 chilometri l'anno), oppure alimentare 190 autobus (con una percorrenza media di 50.000 chilometri l'anno). Per i mezzi che utilizzeranno il biometano, la mobilità sarà completamente sostenibile, in quanto l’impatto ambientale delle emissioni sarà nullo provenendo da fonte completamente rinnovabile.