Rapporto Rifiuti Emilia Romagna 2013: cala del 3,6% la produzione, cresce il differenziato
Oltre la metà è raccolta in modo differenziato, sistema che in media raggiunge il 53,9%
Cala la produzione dei rifiuti urbani in Emilia Romagna: nel 2012 ne sono stati prodotti 2.893.518 tonnellate, con una diminuzione del 3,6% rispetto al 2011 a fronte di un aumento della popolazione residente dello 0,3%. La produzione pro capite si è invece assestata a 647 Kg/ab, con una diminuzione del 3,9% rispetto all’anno precedente che riporta la Regione ai valori di produzione registrati negli anni 2002-2003.
Sono alcune delle cifre contenute nel Report Rifiuti 2013, decima edizione del monitoraggio annuale prodotto dalla Regione Emilia-Romagna e da Arpa Emilia-Romagna.
I rifiuti raccolti in modo differenziato rappresentano oltre la metà dei residui urbani: 1.559.488 tonnellate, in aumento dell’1% rispetto all’anno precedente: un dato che conferma il trend in crescita che ha consentito il progressivo incremento della raccolta differenziata, dal 2001 al 2012 più che raddoppiata passando dal 25,3% al 53,9%.
E’ dalla lettura incrociata di questi dati che emerge l’andamento complessivamente positivo del settore e la conferma di un graduale adeguamento agli obiettivi stabiliti dalle direttive europee.
Il sistema di raccolta tradizionalmente più diffuso in Emilia Romagna è ancora quello che utilizza i contenitori stradali, che intercetta il 34% della raccolta differenziata. Si sta progressivamente diffondendo anche il “porta a porta” (che riceve il 15% dei rifiuti differenziati), mentre il 27% dei rifiuti differenziati confluisce nei 371 Centri di raccolta. Gli altri sistemi (raccolte dedicate, su chiamata, tramite eco-mobile, ecc.) permettono di intercettare il rimanente 24% dell’intera differenziata.
I dati a livello provinciale
La produzione e la gestione dei rifiuti urbani presentano differenze significative a livello territoriale: i valori medi provinciali di produzione pro capite variano dai 544 Kg/ab di Bologna ai 768 Kg/ab di Rimini. Bologna è la provincia che produce complessivamente più rifiuti (19% del totale regionale), seguita da Modena (15%) e Reggio Emilia (13%).
Anche per quanto riguarda la raccolta differenziata le province evidenziano risultati diversi. Se da una parte a Parma e Reggio Emilia si raccolgono in modo differenziato più del 60% dei rifiuti urbani, Piacenza, Modena, Ravenna e Rimini hanno già superato il 50% di raccolta differenziata, mentre le province di Ferrara, Forlì-Cesena e Bologna registrano valori compresi tra il 40 e il 50%.
Il dato della raccolta differenziata varia significativamente anche a livello di singoli Comuni con 75 realtà che nel 2012 hanno raggiunto e superato l’obiettivo di legge del 65%. I valori rilevati confermano le difficoltà dei piccoli Comuni dell’Appennino e dei grandi centri abitati come Bologna a raggiungere elevati standard di raccolta differenziata.
Il sistema impiantistico regionale
Quanto raccolto in maniera differenziata viene avviato ai 20 impianti di compostaggio e agli oltre 200 impianti per il recupero delle frazioni secche presenti sul territorio regionale. I valori dell’indice di avvio a recupero, calcolati sui dati 2011, forniscono indicazioni sulla qualità della raccolta differenziata. Essi variano da un minimo del 74% per la plastica a valori superiori al 90% per umido, carta, vetro metalli e legno, confermando che, per le principali frazioni differenziate la quasi totalità del raccolto è reimmesso nel ciclo produttivo.
I rifiuti indifferenziati residui, oltre 1.334.000 tonnellate, hanno trovato collocazione in un articolato sistema di impianti costituito da 8 inceneritori con recupero energetico, 8 impianti di trattamento meccanico-biologico e 19 discariche per rifiuti non pericolosi.
In linea con le indicazioni delle politiche europee negli ultimi 3 anni in regione si è registrato una diminuzione dell’utilizzo delle discariche ed un aumento dell’avvio a recupero energetico per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati.
I rifiuti speciali
Nel 2011 sono state prodotte 8.027.491 tonnellate di rifiuti speciali (esclusi i rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi che ammontano a ulteriori 2.578.471 tonnellate), con una diminuzione rispetto al 2010 di circa il 3,6%. La maggior parte di questi (circa il 90%) è costituito da rifiuti non pericolosi. Un dato rilevante se confrontato con quello dei rifiuti urbani: i rifiuti speciali, ossia quelli che provengono dal settore produttivo, costituiscono il 79% di quelli complessivamente prodotti in Emilia-Romagna, pari a circa tre volte la produzione dei rifiuti urbani.
L’analisi della gestione ha evidenziato che nel 2011 sono stati trattati maggiori quantitativi rispetto al 2010 (+4%). Sono d'altra parte aumentati i quantitativi avviati a recupero (+9%) e diminuiti quelli avviati a smaltimento (-7%) Questi dati evidenziano una gestione più virtuosa dei rifiuti speciali prodotti. Il sistema impiantistico della regione è articolato: sono 1.306 impianti localizzati in regione e oltre il 90% di questi svolge attività di recupero di materia.
Il Piano dei rifiuti
Il Piano di Gestione dei rifiuti rappresenterà il volano in grado di indirizzare il sistema verso una maggiore sostenibilità complessiva, in linea con la gerarchia Europa che pone al primo posto la prevenzione della produzione di rifiuti, seguita dal recupero di materia e, solo secondariamente, dal recupero energetico, lasciando lo smaltimento in discarica come opzione residuale. Traguardi questi che la Regione sta peraltro già perseguendo da alcuni anni, grazie alla risorse del Piano di azione ambientale per lo sviluppo sostenibile: nell’anno in corso sono stati concessi finanziamenti per la realizzazione di interventi di prevenzione della produzione di rifiuti e di miglioramento della loro gestione nell’ambito dei bandi “Ecofeste Emilia-Romagna 2013” e “Azioni integrate per la promozione e valorizzazione della sostenibilità locale“.