Decommissioning dell’ex Star-Black&Decker di Civate
L’intervento di decommissioning ha previsto la rimozione di rifiuti pericolosi, la bonifica amianto, la bonifica industriale e lo smantellamento degli impianti, con lo smaltimento di circa 300 tonnellate di rifiuti pericolosi e oltre 200 tonnellate di rifiuti non pericolosi.
Si è chiuso, dopo le ultime attività di allontanamento delle risulte provenienti dalla demolizione dei fabbricati, il cantiere di decommissioning dell’ex Star-Black&Decker di Civate (LC), durato 10 mesi ed eseguito da Safond-Martini, azienda che da oltre 30 anni è impegnata nel settore delle bonifiche ambientali, nel trattamento e smaltimento dei rifiuti industriali, e nella riqualificazione di aree dismesse, in stretta collaborazione con il Comune di Civate e con la Società di Ingegneria Tecno Habitat alla Direzione Lavori.
La demolizione della storica fabbrica, in disuso da ormai oltre 25 anni, si è vista necessaria per rendere nuovamente accessibile un’area della città con presenza di passività ambientali importanti ma in una posizione strategica per la riqualificazione dell’assetto urbano del paese, una cerniera a ridosso del centro storico e su assi di collegamento importanti. Infatti il Piano di Governo del Territorio già adottato dall’Amministrazione Comunale individua quest’area come elemento centrale del futuro sviluppo di Civate e pertanto cruciale ai fini della stessa attuazione del PGT.
Il PGT prevede come destinazione d’uso principale quella residenziale, integrata con destinazioni commerciali e ricettive. Le destinazioni d’uso sono così ripartite: 8.400mq destinati al residenziale, 2.800mq al commercio e terziario e 2.800mq al ricettivo, più 7.500mq dedicati ai servizi come parcheggi pubblici e aree verdi. Pertanto l’impatto volumetrico oggi insistente sull’area pari a 136.000mc verrà ridotto e alleggerito a circa 50.000mc, con un’apertura di visuale sia sul centro storico sia sul lago.
L’intervento di decommissioning ha previsto la rimozione di rifiuti pericolosi, la bonifica amianto, la bonifica industriale e lo smantellamento degli impianti, con lo smaltimento di circa 300 tonnellate di rifiuti pericolosi e oltre 200 tonnellate di rifiuti non pericolosi.
L’attività è proseguita con la completa demolizione dei fabbricati per un volume complessivo di oltre 70.000 metri cubi, il recupero di oltre 18.000 tonnellate di rifiuti e la messa in sicurezza delle aree. Il tutto sotto l’attenta sorveglianza degli enti preposti al controllo ambientale ed in piena collaborazione con gli stessi.
“La sensibilità e l’attenzione che Safond-Martini ha dimostrato nei confronti della cittadinanza, durante tutte le attività che hanno portato alla demolizione dell’ex Star-Black&Decker” ha dichiarato il Sindaco di Civate, Baldassare Cristoforo Mauri “sono state apprezzate in prima battuta da tutta l’Amministrazione Comunale, ma soprattutto da tutta Civate. Per questo all’azienda e a tutti gli operatori, rappresentati qui oggi del Presidente del Consiglio di Amministrazione nonché proprietario di Safond-Martini, rinnoviamo i nostri più sentiti ringraziamenti. Hanno concretizzato quella che è sempre stata la volontà dell’Amministrazione Comunale, ossia la possibilità di veder rinascere quest’area ormai degradata”.
“Siamo lusingati per le parole e i ringraziamenti che in questi mesi, ed ancora oggi, sono stati rivolti da parte dell’Amministrazione Comunale a Safond-Martini” ha dichiarato Rino Dalle Rive, Proprietario di Safond-Martini e Presidente del Consiglio di Amministrazione “Sono complimenti che trasliamo a chi ha lavorato sempre a stretto contatto con noi e agli operatori che in cantiere hanno dimostrato, come sempre, professionalità e puntualità”.
“Sono stati infatti raggiunti gli obiettivi prefissati e rispettate le tempistiche di lavorazione” ha aggiunto Rino Dalle Rive “un traguardo che, quando si lavora in cantieri che prevedono un decommissioning a 360°, non è sempre semplice raggiungere. Il tutto è stato possibile anche grazie alla disponibilità del Comune di Civate e alla professionalità di Tecno Habitat, con i quali c’è stata fin da subito una stretta collaborazione, e a cui vanno i nostri ringraziamenti. Ci auguriamo che in un futuro imminente ci sia la possibilità di collaborare nuovamente per risanare altre aree di questo territorio e restituire alla comunità spazi oggi non fruibili”.
“Purtroppo l’Italia, come si apprende quotidianamente dai media, proprio per la sua recente storia industriale, ha una presenza importante di siti industriali dismessi. Molti di questi, per mancati interventi di manutenzione o bonifica, costituiscono un pericolo per l’ambiente e per la salute della popolazione.” ha affermato Vittorio Addis, Presidente di Tecno Habitat “Quello della ex-Star Black&Decker è stato un intervento particolarmente complesso in quanto l’area si trova a ridosso del centro storico, su un collegamento viario importante, e l’edificio aveva altezze e volumetrie tali da dover prevedere sistemi di protezione eccezionali per evitare danni agli edifici sottostanti.
“L’attività di decommissioning è stata resa ancora più difficoltosa dalla presenza di enormi quantitativi si rifiuti all’interno dell’edifico (lane minerali, eternit, apparecchiature, neon, olii, batterie, serramenti, materiali edili,…)” ha proseguito Addis “e della copertura in cemento-amianto. Considerando inoltre l’ampia superficie dell’area e il consolidato circostante, si è da ultimo dovuta porre particolare attenzione al bilanciamento del regime idraulico per non alterare il sistema di raccolta e deflusso delle acque meteoriche. Posso concludere che si è trattato di un intervento di elevata complessità sia in fase di attuazione che di ultimazione vincolato soprattutto dell’inserimento nel tessuto urbano”.
Il decommissioning e la successiva riqualificazione dell’area dell’ex Star-Black&Decker sono un esempio di come realtà fortemente inserite in contesti urbani ma ormai abbandonate e degradate possano, con l’intervento sinergico di pubblico e privato, trasformarsi e diventare, o tornare, realtà fruibili dalla cittadinanza. Privilegiando il recupero di aree dismesse si evita il consumo di ulteriore suolo e si pone l’attenzione su porzioni di territorio che altrimenti sarebbero inutilizzabili e in degrado.
Questa tipologia di recupero ambientale, applicata in grandi realtà urbane come Milano e hinterland, dove la presenza di aree dismesse è elevata, permetterebbe la rivalutazione di grandi aree nell’interesse della collettività con la realizzazione, ad esempio di strutture di edilizia abitativa per la terza età, strutture di housing sociale o spazi pubblici.
In occasione di un grande evento internazionale come Expo2015, la Regione Lombardia in primis può costituire un esempio di grandi trasformazioni sull’uso del territorio per l’Europa del Terzo Millennio: il Comune di Civate, in questo, ha dato il suo piccolo contributo.
di Laura Veneri