Sempre più raccolta differenziata, ma le differenze territoriali sono evidenti
Italia divisa in due: raccolta differenziata oltre il 50% al Nord, mentre al Sud valori intorno al 30%.
L’Istat ha pubblicato l’“Annuario statistico italiano 2014”, in cui in chiave statistica, quindi dati alla mano, presenta gli ultimi dati aggiornati sui temi ambientali, sociali ed economici che interessano il Bel Paese.
Rifiuti e raccolta differenziata
Nel 2013 la quantità di rifiuti urbani raccolti si attesta a 29,6 milioni di tonnellate (490 chilogrammi per abitante), l’1,3% in meno dell’anno precedente.
In termini pro capite le quantità maggiori si raccolgono nelle regioni del Centro (558,1 kg per ogni abitante) e del Nord-est (520,8); nelle altre ripartizioni i valori dell’indicatore risultano inferiori alla media italiana e sono pari a 472,7 chilogrammi per abitante nel Nord-ovest, 467,7 nelle Isole e 443,2 nelle regioni del Sud.
Anche per la raccolta differenziata le differenze territoriali sono rilevanti. Più della metà dei rifiuti è raccolta con questa modalità nelle regioni settentrionali (ad eccezione di Valle d’Aosta e Liguria): 58,8 per cento nel Nord-est e 51,0 per cento nel Nord-ovest; la quota scende a circa un terzo nel Centro (36,3 per cento), dove pesa il valore contenuto del Lazio (26,1 per cento) e nel Sud (32,1 per cento), mentre la raccolta differenziata è pari a circa un quarto della raccolta totale nelle Isole (22,3 per cento).
L’Emilia-Romagna (630,2 kg per ogni abitante) e la Toscana (600,3) sono le regioni in cui si raccolgono più rifiuti urbani in rapporto alla popolazione mentre in Basilicata e Molise i valori sono inferiori ai 400 chilogrammi pro capite (rispettivamente 359,4 e 395,1 per abitante).
Considerando la raccolta differenziata, le migliori performance si rilevano nelle provincie autonome di Trento e Bolzano (rispettivamente 68,9 e 60,0 per cento della raccolta di rifiuti urbani) e in Veneto (64,6 per cento). I valori più bassi caratterizzano la Sicilia e la Calabria, dove la differenziazione non raggiunge il 15 per cento del totale raccolto (rispettivamente 13,4 e 14,7 per cento).
La raccolta differenziata riguarda prevalentemente i rifiuti organici e la carta, che rappresentano in peso, rispettivamente, il 41,8 e il 24,4 per cento del totale raccolto con questa modalità; seguono il vetro (12,8 per cento) e la plastica (7,6), mentre le altre tipologie di rifiuto, quali ad esempio legno, metalli, alluminio, tessili, raccolta selettiva, rappresentano complessivamente il 13,5 per cento del rifiuto differenziato.
La produzione di rifiuti speciali ammonta nel 2010 a 137,9 milioni di tonnellate, di cui il 7,0 per cento costituito da rifiuti speciali pericolosi. Il 57,7 per cento dei rifiuti speciali è prodotto nelle regioni del Nord, il 23,6 per cento nelle regioni del Mezzogiorno e il restante 18,7 per cento nelle regioni del Centro. In valore assoluto le maggiori quantità (superiori a 10 milioni di tonnellate) di rifiuti speciali sono prodotte in Lombardia (23,8 milioni di tonnellate), Veneto (16,9), Emilia-Romagna (14,3), mentre in rapporto alla popolazione i valori più elevati si rilevano in Trentino-Alto Adige (oltre 5 tonnellate per ogni abitante), Veneto e Friuli-Venezia Giulia (3,4). I valori raggiungono il minimo in Calabria, dove risulta prodotta meno di una tonnellata di rifiuti speciali per abitante (0,9).
Raccolta differenziata per tipologia |
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Anni 2009-2013, kg per abitante |
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ANNI |
Rifiuti organici |
Vetro |
Plastica |
Carta |
Altro (a) |
Totale |
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2009 |
63,4 |
28,8 |
10,4 |
50,1 |
29,7 |
182,4 |
2010 |
70,6 |
30,0 |
10,9 |
51,7 |
30,0 |
193,2 |
2011 |
75,8 |
28,6 |
13,3 |
51,7 |
30,2 |
199,5 |
2012 |
80,8 |
26,8 |
14,9 |
51,0 |
27,8 |
201,4 |
2013 |
88,8 |
27,3 |
16,1 |
52,0 |
28,0 |
207,7 |
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Fonte: Elaborazione Istat di dati Ispra sulla raccolta di rifiuti urbani e sulla produzione di rifiuti speciali |
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(a) Nella voce Altro sono inclusi legno, metalli, alluminio, tessili, raccolta selettiva, ingombranti a recupero eccetera. |
Si riducono i consumi energetici anche per la crisi economica
Nel 2013, il consumo interno lordo di energia si è ridotto del 3% soprattutto per gli effetti della crisi economica, passando da 176,3 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) a 171,0. È forte anche il calo delle importazioni di energia elettrica, pari a -8,2%.
Aumenta la quota prodotta da energie rinnovabili
Negli ultimi cinque anni si è ridotto in misura consistente l’apporto delle fonti tradizionali alla produzione di energia elettrica – dal 77,4% del 2009 al 66,6% del 2013. Al contempo è cresciuto il contributo delle fonti rinnovabili, nel 2013 si attestano al 38,6% della produzione lorda totale. Il contributo maggiore proviene dalla fonte idroelettrica (18,9%), seguono il fotovoltaico (7,4%) e l’eolico (5,1%).
Produzione lorda di energia elettrica da fonte energetica rinnovabile |
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Anni 2009-2013, valori percentuali |
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ANNI |
Idrica |
Eolica |
Fotovoltaica |
Geotermica |
Altro |
Totale rinnovabile |
2009 |
18,3 |
2,2 |
0,2 |
1,8 |
1,1 |
23,7 |
2010 |
18,0 |
3,0 |
0,6 |
1,8 |
2,1 |
25,5 |
2011 |
15,8 |
3,3 |
3,6 |
1,9 |
3,0 |
27,5 |
2012 |
14,7 |
4,5 |
6,3 |
1,9 |
3,6 |
30,9 |
2013 |
18,9 |
5,1 |
7,4 |
2,0 |
5,2 |
38,6 |
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Fonte: Terna S.p.A. - Rete elettrica nazionale |
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