Anche l'Europa dice basta alle buste della spesa in plastica
I Paesi dell'Unione Europea dovranno ridurre drasticamente l'uso dei sacchetti di plastica più comuni e più inquinanti.
I sacchetti di plastica leggeri più sottili di 50 micron - ossia la stragrande maggioranza dei sacchetti di plastica utilizzati nell'UE - sono meno riutilizzabili rispetto ai modelli più spessi e diventano rifiuti più rapidamente. Sono quindi più soggetti a disperdersi nell'ambiente e a inquinare gravemente i corsi d'acqua e gli ecosistemi acquatici.
Si stima che nel 2010 ogni cittadino europeo abbia utilizzato 198 sacchetti di plastica, di cui circa il 90% in materiale leggero. Il consumo dei sacchetti di plastica è destinato a crescere ulteriormente e, inoltre, i dati raccolti suggeriscono che, nel 2010, oltre 8 miliardi di sacchetti di plastica siano diventati rifiuti.
L'Unione Europea ha definito degli obiettivi di riduzione vincolanti per cui gli Stati membri dell'UE saranno in grado di scegliere se:
-
adottare misure per ridurre il consumo medio annuo di sacchetti di plastica a 90 sacchetti leggeri per cittadino entro il 2019 e a 40 entro il 2025;
-
oppure, garantire che, entro il 2018, i sacchetti leggeri non siano più forniti ai consumatori a titolo gratuito.
Inoltre, la Commissione europea è tenuta a valutare e proporre misure adeguate per l'impatto ambientale delle materie plastiche oxo-biodegradabili che si frammentano in piccole particelle. Entro il 2017, la Commissione dovrà proporre l'etichettatura e la marcatura per un riconoscimento a livello europeo dei sacchetti di plastica biodegradabili e compostabili.
L'Italia aveva già introdotto una normativa specifica sui sacchi. Già nel marzo 2012 l’Italia aveva approvato Decreto-Legge "Ambiente" rendendo il nostro Paese uno dei più all’avanguardia in Europa. Infatti, il Parlamento italiano approvava la messa al bando dei "sacchi da asporto merci" in plastica, a meno che questi fossero biodegradabili e compostabili conformemente allo standard tecnico UNI EN 13432. La normativa italiana ha de facto dato il via alla revisione in sede europea, considerando anche gli ottimi risultati ottenuti nel nostro Paese: dal 2012 si è registrata una riduzione del 50% nel consumo degli shopper di plastica.