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Diffondere le rinnovabili nelle isole minori

Diffondere le rinnovabili nelle isole minori

Un decreto del Ministero dello Sviluppo economico dà il via libera al percorso per rendere le fonti rinnovabili l’asse principale del sistema energetico di 20 isole italiane minori non interconnesse alla rete elettrica del continente.

Venti isole minorcoinvolte dal provvedimento del Mise. Hanno superficie superiore a 1 km2, sono localizzate a più di 1 km dal continente e la popolazione residente è di almeno 50 persone. Si tratta di piccole realtà, nelle quali l’approvvigionamento di energia avviene usualmente via nave, con possibili interruzioni nei periodi di maltempo, con una domanda variabile a causa della fluttuazione delle presenze stagionali. 

Più in particolare il provvedimento definisce gli obiettivi quantitativi del fabbisogno energetico delle isole in questione da coprire attraverso la produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili, gli obiettivi temporali e le modalità di sostegno degli investimenti necessari alla realizzazione. Per tali finalità saranno definiti dalla Autorità per l’Energia elettrica e il Gas gli incentivi a favore degli impianti a fonti rinnovabili, che saranno coperti da risorse ottenibili dalla riduzione delle integrazioni tariffarie attualmente erogate per la costosa generazione della produzione da fonti fossili a cui potranno accedere cittadini, enti e imprese; sarà inoltre stimolato l’ammodernamento delle reti elettriche locali  per consentire l’integrazione crescente di fonti rinnovabili. Infine saranno finanziati alcuni progetti pilota per sperimentare soluzioni innovative adatte a consentire da subito un uso più estensivo delle fonti in questione, con ricorso anche a fonti di finanziamento derivanti da programmi europei. 

Il contesto è costituito dagli impegni assunti con l’accordo di Parigi del 4 novembre 2016, ribaditi dall’Unione Europea. Con questo accordo, la comunità internazionale si è impegnata a contenere l’aumento della temperatura media del pianeta sotto i 1,5-2 °C rispetto ai livelli preindustriali: è questo il messaggio principale veicolato all’opinione pubblica. A ben leggere, però, con l’accordo i Paesi firmatari si sono impegnati anche su due altri fonti: favorire lo sviluppo sostenibile e sradicare la povertà.
In questa triplice prospettiva, la sfida che viene posta al settore energetico, tra i principali responsabili delle emissioni di gas climalteranti, è di promuovere una trasformazione che assicuri energia pulita, a costi accettabili e disponibile in quantità e qualità sufficienti a sostenere la crescita.
L’impegno prevede quindi che si agisca su più leve: la decarbonizzazione dell’economia (anche attraverso lo sviluppo delle fonti rinnovabili), l’efficienza energetica, la sicurezza degli approvvigionamenti e delle forniture, l’integrazione dei mercati energetici nazionali in un unico mercato europeo, l’innovazione tecnologica e la competitività, la coesione sociale.

L’obiettivo del provvedimento è quindi dare maggiore sicurezza e sostenibilità ai sistemi energetici delle isole minori, promuovendo le politiche del Governo a favore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, in corso di ulteriore potenziamento con la nuova Strategia energetica nazionale (SEN).

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