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Compostaggio: settore in crescita

Il Rapporto Rifiuti Organici del CIC (Consorzio Compostatori) sul recupero delle frazioni organiche conferma la crescita del settore.

Compostaggio: settore in crescita

Aumenta ancora la raccolta dell'organico. Con una crescita media nell’ultimo decennio di quasi il 10% l’anno, lo scarto organico si consolida come la componente principale dei rifiuti urbani raccolti in Italia, attestandosi al 43% nel 2015.

Su un totale di 14 milioni di tonnellate di rifiuti urbani differenziati nel Paese, la raccolta della frazione organica (umido e scarto verde) è stata di 6,1 milioni. Superata per la prima volta la soglia di 100kg per abitante raccolti in maniera differenziata.

Nel 2015 in Italia il riciclaggio della matrice organica è affidata a 308 impianti di trattamento biologico di cui 261 impianti di compostaggio, con una capacità autorizzata complessiva di circa 5,1 M tonnellate, a cui si aggiungono 47 impianti di digestione anaerobica (e compostaggio) con una capacità di trattamento nominale di oltre 3 M tonnellate (Fonte ISPRA, 2016). Complessivamente, il sistema impiantistico di compostaggio e di digestione anerobica ha raggiunto una capacità potenziale di recupero di 8,1 M ton. Anche se la capacità di trattamento è sostanzialmente immutata rispetto al 2014, si assiste ad un riproporzionamento della quantità autorizzata tra impianti di compostaggio e integrati di digestione anaerobica e compostaggio a favore di questi ultimi (+161.000 t). L’attuale capacità impiantistica nominale potrebbe essere sufficiente per garantire l’effettivo avvio a recupero di tutti i rifiuti compostabili raccolti in maniera differenziata in Italia. Purtroppo, di fatto, si riscontra una carenza impiantistica in alcune regioni del Centro e del Sud Italia, già documentata dal CIC nel rapporto annuale del 2014. In particolare, gli “squilibri” risultano evidenti per la Liguria e la Campania anche se la situazione è critica anche per altre regioni (quali Lazio, Marche, Toscana, Trentino Alto Adige e Valle D’Aosta). Questa situazione comporta il ricorso a trasporti extra-regionali, soprattutto dell’umido; a titolo di esempio, si cita il caso della regione Veneto, in cui sono stati trattati nel 2015 quasi 450.000 t di frazione organica di provenienza extra-regionale, costituita per l’82% da scarto umido.

Per maggiori informazioni si veda il Rapporto Completo del CIC sul Biowaste: I dati del settore dei riciclo del rifiuto organico.


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