Le cartiere hanno dimezzato l'utilizzo di acqua negli ultimi trent'anni
Buone notizie! L'industria della carta sta attuando processi per il recupero e riciclo dell'acqua per una maggior sostenibilità ambientale.
L'industria cartaria italiana sin dai suoi albori tratta con grande attenzione una risorsa preziosa come l'acqua poiché si tratta di un elemento imprescindibile del processo di fabbricazione della carta e del cartone.
In Italia le cartiere sono infatti sorte dove la disponibilità d’acqua è abbondante utilizzando la risorsa idrica per la formulazione dell’impasto cellulosico, e per far funzionare gli impianti di sfibratura alimentati da energia idraulica.
L'ecologia della risorsa idrica rappresenta per l’industria cartaria un fattore fondamentale e strategico non solo rispetto alle ricadute produttive, ma anche ambientali e di responsabilità sociale.
Negli ultimi trent'anni, a parità di carta prodotta, i quantitativi d’acqua impiegati sono stati dimezzati. L'impiego di acqua da parte del settore prendendo a riferimento il 2015 è stato complessivamente di 212 milioni di metri cubi (Fonte: Rapporto Ambientale Assocarta) costituiti per il 90% da acqua di riciclo e per il 10% da acqua fresca. Il consumo annuo di acqua fresca (21,2 milioni di metri cubi) dell’intero comparto cartario nazionale (poi comunque destinata al riciclo) è di circa 240.000 cittadini italiani, paragonabile alla popolazione di città come Verona o Messina o a circa il 9% degli abitanti di Roma.
Uno sforzo significativo in termini di responsabilità sociale che rafforza ancor più il ruolo da protagonista che l’industria cartaria svolge nell’Economia Circolare in virtù del bio prodotto che produce e degli sforzi fatti sinora in termini di riciclo (negli imballaggi il tasso di riciclo è dell’80%).