Acque reflue, la Sardegna modifica le direttive sul riutilizzo
In particolare è eliminato l’obbligo di miscelare le acque depurate con quelle grezze provenienti da sistemi di accumulo (ad esempio dighe) per l’irrigazione delle colture destinate al consumo a crudo. Le modifiche apportate sono in linea con la normativa nazionale: restano infatti immutati i richiesti requisiti di qualità chimico-fisica e microbiologica dell’acqua in uscita dagli impianti di recupero.
La Giunta regionale ha approvato ieri la delibera di modifica alla direttiva del 2008 sul riutilizzo irriguo delle acque reflue depurate eliminando alcune limitazioni in nell'ottica di consentire un maggior utilizzo della risorsa idrica.
In particolare è eliminato l’obbligo di miscelare le acque depurate con quelle grezze provenienti da sistemi di accumulo (ad esempio dighe) per l’irrigazione delle colture destinate al consumo a crudo. Le modifiche apportate sono in linea con la normativa nazionale: restano infatti immutati i richiesti requisiti di qualità chimico-fisica e microbiologica dell’acqua in uscita dagli impianti di recupero.
Con l’eliminazione del vincolo della miscelazione è possibile garantire, in alcuni casi, un risparmio della risorsa idrica grezza, particolarmente necessario considerati i fenomeni di siccità che si sono recentemente accentuati in Sardegna, ovvero rendere maggiormente disponibili, per l'utilizzo diretto, i volumi idrici delle acque reflue depurate. A questo si aggiungono i risparmi sui costi che si sarebbero dovuti sostenere per realizzare le infrastrutture da utilizzare per la stessa miscelazione.