Il riciclo chimico della plastica
Non tutta la plastica può essere riciclata meccanicamente. Ci sono altri metodi che si stanno sviluppando e uno di questi è il riciclo chimico.
Il riciclo chimico della plastica è in crescita.
La crescente importanza del riciclo chimico si riflette anche nella costituzione, a gennaio 2019, di una nuova associazione, la Chemical Recycling Europe, volta a promuovere e implementare soluzioni nuove e innovative. “Il rapido sviluppo delle tecnologie di riciclo chimico, in grado di fornire una soluzione per il riciclo di rifiuti di plastica difficili da riciclare, sta superando le normative e le politiche correlate,” sostiene il CRE.
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A dicembre 2018, SABIC, un importante fornitore di materiale, ha siglato un memorandum d’intesa (MoU) con la società britannica Plastic Energy, pioniere nel riciclo chimico della plastica, per la fornitura di materia prima volta a favorire l’attività petrolchimica di SABIC in Europa. Le due società hanno intenzione di costruire un impianto commerciale in Olanda per raffinare e migliorare una materia prima brevettata da Plastic Energy e denominata Tacoil, che sarà prodotta mediante riciclaggio di rifiuti di plastica misti di bassa qualità altrimenti destinati all’incenerimento o a discarica. L’impianto dovrebbe iniziare la produzione commerciale nel 2021.
Un’altra società importante nel settore dei polimeri, che sta tentando di incentivare il riciclo chimico è BASF. “Con il nuovo progetto ChemCycling di BASF, desideriamo fornire un importante contributo al riutilizzo di rifiuti di plastica come materia prima nella produzione,” afferma un rappresentante della società. “Insieme ai nostri clienti e partner abbiamo sviluppato e realizzato i primi prodotti pilota basati su rifiuti di plastica riciclati chimicamente.” BASF sostiene anche il progetto PolyStyreneLoop, giunto nella fase di sperimentazione con impianto pilota con una tecnologia di riciclo basata su solventi, che dovrebbe consentire il riciclaggio di polistirene espanso (EPS) utilizzato nella coibentazione degli edifici. Diversamente dagli approcci meccanici esistenti, la tecnologia potrebbe anche essere utile per trattare i ritardanti di fiamma utilizzati in passato, ma il cui uso ora è vietato.
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